Cos’è la displasia dell’anca?
La displasia dell’anca è una patologia che determina vari gradi di deformità dell’articolazione che ha origine nella vita intrauterina ma che evolve con l’accrescimento.
Questa deformità determina la possibilità del femore di uscire dall’articolazione e di rientrare (ad esempio con manovre ostetriche che possono porre il dubbio di displasia). Se non viene trattata però con l’aiuto dei muscoli de del peso corporeo la testa del femore può perdere totalmente i rapporti con la parte articolare del bacino e diventare una lussazione permanente.
Al giorno d’oggi casi gravi di displasia sono sempre più rari grazie ai programmi di screening (ecografia nelle prime settimane di vita) per cui assistiamo più a casi di displasia del giovane adulto.
Chi viene colpito?
Non esiste una trasmissione genetica vera e propria ma dei fattori che possono favorire lo sviluppo di displasia come: la razza bianca, il sesso femminile, la zona geografica di nascita, la posizione podalica del feto, la lassistà legamentosa.
Un altro fattore favorente importante è la posizione delle gambe del neonato, si è visto infatti che nelle popolazione che mantenevano spesso fasciato il neonato la displasia era molto più diffusa. L’avvento del pannolino che mantiene le gambe flesse e abdotte ha diminuito l’incidenza.
La displasia del giovane adulto
Si stima che il 20-40% delle artrosi dell’anca sia dovuto a delle forme lievi di displasia che con l’accrescimento determinano un’evoluzione in senso artrosico dell’articolazione.
Se queste forme vengono riconosciute quando l’artrosi non ha rovinato in maniera irrimediabile l’articolazione sono possibili trattamenti conservativi, cioè modificando l’orientamento dell’osso cercando di arrestare o almeno rallentare il consumo. Se l’artrosi è troppo avanzata sarà necessario un intervento di protesi.